Una capacità di spesa più elevata della media ed una predilezione per sci, ciclismo e trekking: sono alcuni dei dati del turismo sportivo in Italia elaborati da Centro Studi Turistici di Firenze e presentati durante il corso per la formazione specialistica di atleti che si è tenuto nelle scorse settimane allo Stadio Olimpico di Roma.
La lezione, che ha visto la partecipazione in videoconferenza di 12 atleti a fine carriera da 6 regioni italiane, è stata tenuta dal direttore di CST Firenze, Alessandro Tortelli: tra i partecipanti anche alcuni ex azzurri. Il corso fa parte del progetto “La nuova stagione”, voluto da CONI e Ministero del Lavoro e promosso dallo Studio Ghiretti, per favorire l’inserimento nel mondo del lavoro di atleti a fine carriera agonistica: nel complesso sono stati 250 gli ex atleti nazionali che hanno partecipato.
“Il turismo sportivo genera dai 12 ai 15 mln di arrivi internazionali ogni anno nel mondo, con previsioni di crescita di circa il 6% annuo nel breve termine – ha spiegato Alessandro Tortelli – Ad oggi questo settore rappresenta il 10% dell’industria turistica mondiale e genera un fatturato di circa 800 mld di dollari”.
In particolare, durante la lezione sono state illustrate le caratteristiche principali del turismo sportivo in Italia: dai dati dell’ONT–Osservatorio Nazionale Turismo, risulta come nel 2014 il 17,9% dei turisti (italiani e stranieri) ha scelto l’Italia proprio per fare vacanze sportive.
I mercati di riferimento per il nostro paese sono soprattutto quello austriaco (32,3%), svizzero (25,2%) e tedesco (18,5%). “È interessante notare come l’Italia è appetibile per la vacanza sportiva anche per alcuni mercati di lunga destinazione – ha aggiunto Tortelli – Il 16,9% dei giapponesi e l’8,5% degli statunitensi sono attirati proprio dalla possibilità di fare pratica sportiva”.
Per quanto riguarda la capacità di spesa, il turismo sportivo in Italia sembra mostrare capacità più elevate della media: €113,16 è la spesa media al giorno. tra alloggio, cibo e attività varie, ai quali va aggiunto un costo pro-capire medio di €97,43 per il viaggio. Oltre la metà della spesa dei turisti sportivi (52%) ha interessato imprese ricettive e della ristorazione ma sono evidenti anche ricadute importanti per attività ricreative, culturali e di intrattenimento (24%)
Diverse le attività sportive più richieste: se nel 2007 gli sport invernali determinavano circa il 49% degli spostamenti in Italia, nel 2013 la quota è scesa al 42%. Lo sci rimane comunque l’attività preferita dai turisti sportivi (17,9%), seguito da ciclismo (11,4%), trekking (8,5%), vela (4,4%), surf/windsurf (4,3%), tennis (4,1%), alpinismo (4,1%), immersioni (3,4%) ed equitazione (2,5%).
Il passaparola (43,3%) è la fonte principale per la scelta della destinazione, in particolare per gli stranieri (47,5%); a seguire c’è l’esperienza reiterata o personale (36,4%), e poi internet, più importante per gli stranieri (38,5%) che per gli italiani (23,4%).
Il direttore Alessandro Tortelli ha poi illustrato alcuni esempi concreti degli effetti del turismo sportivo in Italia: prendendo a riferimento la Toscana, sono stati presentati dati di eventi di grande portata come i Mondiali di Ciclismo 2013, la ricaduta economica dell’autodromo del Mugello sul territorio, le manifestazioni dedicate alla corsa (Firenze Marathon), allo sci (Il Pinocchio sugli Sci) e all’orienteering.
Infine, è stato portato l’esempio di un territorio che ha provato ad investire nel turismo sportivo: nella primavera del 2014 il Comune di Castiglione della Pescaia ha infatti organizzati oltre 100 eventi sportivi collegati a bicicletta e mare, che hanno generato un aumento del 15% dei flussi turistici del periodo.
“E’ ormai evidente come il turismo sportivo in Italia rappresenti un importante settore, con importanti prospettive di crescita per i nostri territori – ha concluso il direttore di CST Firenze, Alessandro Tortelli – Occorre lavorare per migliorare la gestione di questi flussi, destinati a crescere negli anni, e organizzare le singoli realtà affinchè siano in grado di sfruttare il proprio potenziale”.