Turismo balneare in Italia: italiani restano mercato principale ma il settore non cresce


spiaggia italia

Un turismo che piace agli italiani ma che, negli ultimi dieci anni, ha mostrato un forte rallentamento, mentre la crescita delle principali località appare a macchia di leopardo: è il quadro del turismo balneare in Italia, secondo le elaborazioni dei dati Istat fatte dal Centro Studi Turistici di Firenze.

Domanda turistica: italiani in calo ma restano quota maggiore di mercato

turismo balneare in italiaSecondo i dati elaborati da CST Firenze, nel 2016 la stima di arrivi nelle località balneari italiane è stata di 24,9 mln per 118,6 mln di presenze: si tratta, rispettivamente, del 21,8% e del 29,5% del totale del turismo in Italia, percentuali che nel 2006 erano rispettivamente il 22,7% e il 32%.

I dati 2016 mostrano che il turismo balneare piace soprattutto agli italiani (61,8%) rispetto agli stranieri (38,2%), percentuali che si invertono, se confrontiamo i dati con quelli del turismo nelle città d’arte: analizzando infatti le 105,7 mln di presenze del 2016 nelle città d’arte, si può vedere come queste si compongano per il 62,3% di stranieri e il 37,7% italiani.

In generale, negli ultimi dieci anni gli arrivi nelle località di mare hanno registrato una crescita del +17,8% mentre le presenze del +1,1%, con una media di crescita annua del +0,1%. A fare da traino sono stati proprio gli stranieri che tra 2006-2016 hanno visto un incremento del +19,2% mentre gli italiani hanno registrato un calo del -7,6% (-3,5% il calo degli Italiani in Italia). La quota del mercato straniero è salita dal 32,4% del 2006 al 38,2% del 2016.

Sempre confrontando l’andamento dell’ultimo decennio del turismo balneare con quello delle città d’arte, si nota come in quest’ultime la crescita degli arrivi sia stata di gran lunga maggiore, segnando un +25,2%, mentre le presenze sono salite del +20,6%, con un tasso medio di crescita annua del +1,9%. La crescita ha riguardato sia gli italiani (+12,3%) sia gli stranieri (+26,7%).

Analizzando i dati delle principali località del turismo balneare in Italia, il quadro si presenta a macchia di leopardo: tra 2006-2016 le località che hanno registrato le crescite maggiori del mercato straniero sono state Orbetello, con un +68,6% (+5,3% di italiani), Capri +37,5% (-18,6% di italiani), Chioggia +28,6% (-53,3% di italiani) e Caorle +21,8% (-11,7% di italiani). Quelle che invece hanno visto incrementare il turismo italiano sono state Vieste, con un +42% (-27% di stranieri), Bellaria Igea Marina +10,4% (+1,2% di stranieri); Riccione +7,6% (-0,5% di stranieri).

Strutture ricettive: -2,3% nel decennio 2006-2016
hotel
Per quanto riguarda l’offerta ricettiva, attualmente nelle località balneari si contano 47.000 strutture ricettive, di cui 9.000 alberghiere e 38.000 extra alberghiere, che incidono per il 28,2% sul totale del turismo italiano (nel 2006 il tasso di incidenza era del 36%). In calo i posti letto, attualmente pari a 1,6 mln, di cui 687.000 alberghieri e 923.000 extra-alberghieri, per il 33% dell’incidenza sul totale (erano il 36% nel 2006).

Nel decennio 2006-2016 si è registrato un calo del -2,3% di strutture ricettive, per -0,1% di posti letto, in calo del -0,1% medio annuo. Il calo ha riguardato in particolare il settore extra-alberghiero (-0,4%) mentre l’alberghiero segna un lieve aumento (+0,4%).

Per quanto riguarda le singole località del turismo balneare, quelle che hanno registrato l’aumento maggiore delle strutture ricettive sono: Vieste, con un +50,8% alberghiero e un +25,5% extra-alberghiero; Rosolina con un +29,5% alberghiero e un -1,1% extra-alberghiero; Orbetello, con un +18,6% alberghiero e +7,5% extra-alberghiero. Per l’extra-alberghiero invece sono Capri +151,9% (-1,9% alberghiero) e Bellaria Igea Marina +87,2% (-1,9% alberghiero)

“Nonostante la crescita del turismo in Italia degli ultimi anni, l’analisi dei dati di medio periodo mostra come il turismo balneare non sia riuscito a stare al passo – ha commentato Alessandro Tortelli, direttore del Centro Studi Turistici di Firenze – Mentre altre tipologie di turismo hanno mostrato crescite notevoli, come le città d’arte, quello che è sempre stato uno dei settori di punta del turismo italiano ha mostrato nell’ultimo decennio segnali di rallentamento. Occorre che gli operatori si rendano conto dei profondi cambiamenti avvenuti nel modo di viaggiare e fare vacanza di italiani e stranieri, così da adottare nuove strategie di mercato per il rilancio di questo importante settore”.

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