Tassa di soggiorno: +33% nel 2014 in Italia; 103 i comuni che l’hanno introdotta in Toscana


soldi e turismo

E’ una delle imposte più discusse del mondo del turismo in Italia, tra chi l’ha già adottata e chi invece la sta rinviando: l’imposta di soggiorno, o tassa di soggiorno, come comunemente viene definita, è quella richiesta ai turisti che pernottano nelle strutture ricettive dei comuni classificati come “turistici” e serve a finanziare i servizi del territorio.

Sono numerose le amministrazioni locali che l’hanno già introdotta perché consente di raccogliere risorse senza gravare sulla popolazione residente.

“L’introduzione della tassa di soggiorno ha suscitato polemiche, soprattutto da parte degli operatori economici, per l’impatto sul settore del turismo, causato da un aumento del prezzo di mercato dei servizi – spiega Gianfranco Lorenzo, responsabile dell’Area Ricerca di CST Firenze – Nonostante le polemiche, però, gli studi su questo argomento hanno portato spesso a risultati contrastanti o strettamente correlati ai differenti contesti ambientali”.

Dai dati dell’Osservatorio Nazionale dell’Agenzia JFC emerge che nel 2014 sono stati 649 i comuni italiani che hanno introdotto l’imposta di soggiorno – o la tassa di sbarco: il gettito prodotto è stato stimato in circa 382 mln di euro, con un aumento del +33% rispetto ai 287 mln di euro del 2013.

Anche in Toscana la Giunta Regionale, con delibera del 2011, ha definito le procedure per l’istituzione dell’imposta di soggiorno.

Secondo i dati del Centro Studi Turistici di Firenze, nel 2014 sono stati 103 i Comuni toscani ad aver attivato la tassa di soggiorno: di questi 40 in provincia di Firenze, 22 in provincia di Siena, 17 nell’area livornese, 8 nel grossetano, 5 nel pisano, 4 nell’aretino, 3 nella lucchesia, 2 nella provincia di Massa e Carrara, 2 nel pistoiese.

Nelle 103 località sono compresi anche i 10 comuni in cui era in vigore la tassa di sbarco: Isola d’Elba, Capraia Isola e Isola del Giglio.

Fra i comuni che hanno istituito la tassa di soggiorno prevalgono le località balneari (25,5%) e di campagna/collina (24,5%); seguono le destinazioni classificate d’arte/affari (22,5%), “altro interesse” (16,7%), località termali (8,8%) mentre le località di montagna sono solo il 2%.

grafico tassa di soggiorno cst firenze

Infine, da segnalare che nei 103 comuni toscani dove è stata applicata l’imposta di soggiorno si concentra mediamente l’83% delle presenze regionali; se, invece, consideriamo l’offerta ricettiva, i comuni con l’imposta di soggiorno concentrano il 65% degli esercizi e il 77% dei posti letto complessivi di tutta la Toscana.

La tassa di soggiorno non è una novità ma è stata in vigore in Italia dal 1910 al 1989: fu abolita perché costava più amministrarla rispetto agli introiti che generava.

“Questa tematica non ha perso di spessore anche oggi ed anzi potrebbe risultare interessante verificare proprio se le convinzioni di coloro che sostengono la sostenibilità dell’imposta di soggiorno siano effettivamente riscontrabile nei territori dove è già stata introdotta – conclude Gianfranco Lorenzo – Nei territori dove CST Firenze ha realizzato studi su questo fenomeno, infatti, oltre a misurarne gli effetti, sono state analizzate anche le conseguenze sull’economia locale”.

Chi fosse interessato ad approfondire l’argomento o a richiedere un’analisi per il proprio territorio può contattare l’area ricerca del CST Firenze, scrivendo g.lorenzo@cstfirenze.it oppure consultando la sezione Contatti del nostro sito.

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