Oltre 1,2 milioni di arrivi turistici per oltre 8 milioni di pernottamenti trascorsi (70% in alta stagione), 7 giorni di permanenza media e un giro di affari che viene stimato in circa 950 milioni di euro annui: sono questi i risultati dell’elaborazione realizzata dal Centro Studi Turistici, su dati Eurostat, VNF e altre fonti statistiche, sul mercato turistico fluviale nei Paesi dell’Europa Occidentale. A questi numeri va aggiunta l’ulteriore spesa dei turisti nelle località visitate durante le crociere e i prolungamenti dei soggiorni nelle regioni interessate.
I dati sono stati presentati durante il Convegno “Il fiume e il suo territorio: risorsa turistica, ambientale, economica” organizzato da Confesercenti Emilia Romagna nell’ambito della VI° Borsa del Turismo Fluviale del Po, che si è tenuta dal 15 al 18 ottobre 2015, a Guastalla.
L’analisi ha preso in considerazione tutta l’area interessata dal fiume Po che si sviluppa lungo 4 regioni italiane (Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto), 13 province e 474 comuni (comuni entro un raggio di 10 km dal fiume).
L’area risulta piuttosto variegata, grazie alla presenza di zone sviluppate turisticamente (ad esempio il comune di Torino o tutte le località costiere delle province di Ferrara e Rovigo) e di località non interessate dai flussi turistici e che pertanto potrebbero cogliere dallo sviluppo di questo “prodotto” un’opportunità non solo di carattere economico, ma anche infrastrutturale, di collegamento (piste ciclabili), di riqualificazione ambientale e sociale.
In totale, l’area del Po conta oltre 4 mila imprese ricettive per complessivi 107 mila posti letto. L’offerta è composta sia da strutture alberghiere (prevalentemente 3 stelle) sia da esercizi specializzati nell’offerta extralberghiera (rispetto alla capacità massima spiccano i campeggi e villaggi turistici, mentre gli alloggi in affitto e i B&B si distinguono per la numerosità delle imprese).
La domanda turistica nel 2014 è stimata in circa 2,8 milioni di arrivi e 11 milioni di presenze, per una permanenza media di circa 4 notti. Il 74% dei pernottamenti complessivi è riconducibile al mercato nazionale, ancora marginale la quota di stranieri (26%). Le aree con la più alta quota di presenze sono Ferrara (quasi 5 milioni di presenze), Torino (3,6 milioni) e Rovigo (1,4 milioni).
Questi dati comprendono l’intero mercato turistico dell’area e non solo i flussi riconducibili al turismo fluviale del Po: al momento, infatti, non esistono strumenti di misurazione e di analisi che permettono di individuare questo mercato.
Tra le proposte avanzate dal CST Firenze vi è, dunque, l’istituzione di un Osservatorio del Turismo Fluviale e del Po, cioè un sistema permanente che partendo dagli indicatori di misurazione del fenomeno consenta alle Amministrazioni pubbliche e agli operatori privati, in maniera condivisa, di sviluppare nuovi valori e nuove strategie di competizione sul mercato turistico.
L’obiettivo è di coinvolgere tutta la filiera del turismo fluviale, attraverso un’attività di raccolta condivisa delle informazioni e di “buone pratiche” utili all’individuazione di nuovi modelli di sviluppo.