
Capacità di adattamento, affidabilità nello svolgimento delle attività, conoscenza delle lingue, ed esperienza di base: sono le qualità più richieste dalle aziende fiorentine nella ricerca di personale per il 2025.
Tra le figure professionali più ricercate invece ci sono gli addetti di sala e all’accoglienza e figure tecniche, come revenue e social media manager.
E’ quanto emerge dall’indagine “Imprese turistiche e formazione” realizzata da Centro Studi Turistici di Firenze su un campione di 100 imprese fiorentine del turismo.
La ricerca è stata presentata durante il convegno “Giovani, formazione e lavoro: cosa succede?” che si è tenuto al Grand Hotel Mediterraneo di Firenze, nell’ambito delle celebrazioni per i 50 anni di attività di CST Firenze.
A confronto istituzioni, scuole, imprese e operatori della formazione con l’obiettivo di fare il punto sul settore e sulle prospettive per i giovani e le aziende.
TURISMO E LAVORO: LE QUALITA’ CHE FANNO LA DIFFERENZA NEL 2025

In apertura dei lavori sono stati resi noti i dati dell’analisi sui fabbisogni delle imprese fiorentine del turismo realizzata dal settore Ricerca di CST Firenze e illustrata dalla ricercatrice Anna Marchi.
Secondo quanto emerso, le qualità più importanti che le aziende ricercano nei propri collaboratori sono affidabilità nello svolgimento delle mansioni (41%), seguita da preparazione professionale (21%), autonomia nello svolgimento delle funzioni (13%), capacità di lavoro di squadra (9%), conoscenza lingua inglese (8%), capacità di relazione (6%) e puntualità (2%). Un ulteriore 8% ha dichiarato di ritenere importante che i propri dipendenti siano dotati di competenze digitali.
Per quanto riguarda invece le caratteristiche che le aziende ricercano nei giovani da assumere, il 32% ha risposto che è fondamentale la capacità di adattamento al contesto aziendale, il 25% richiede la conoscenza delle lingue, il 16% vorrebbe un’esperienza di base, il 7% cerca capacità di problem solving e competenze specifiche per il ruolo, mentre il 5% conoscenza strumenti digitali e titolo di studio adeguato.
Se ad oggi il 49% delle aziende fiorentine dichiara di non avere bisogno di nuove figure professionali, il 27% è alla ricerca di addetti in sala o all’accoglienza, il 12% ha bisogno di figure tecniche (come revenue, social media etc) mentre solo il 4% dichiara di ricercare figure manageriali.
Per quanto riguarda l’istruzione, il 56% del campione ritiene che quella fornita da Istituti professionali e tecnici sia solo in parte adeguata al lavoro mentre il restante 44% si divide tra chi la ritiene adeguata e chi no. Ben il 61% delle aziende intervistate ha dichiarato di non conoscere gli ITS, gli Istituti Tecnici Superiori.
“L’indagine che abbiamo realizzato mostra come sia sempre più importante adeguare l’offerta formativa alle richieste del mondo del lavoro – ha commentato Aldo Frigeri, responsabile del settore Formazione di CST Firenze – Da notare come solo il 39% delle aziende fiorentine conosca gli ITS, una realtà che in questi anni è cresciuta molto e che va proprio in questa direzione. Non a caso, secondo l’indagine INDIRE 2025, l’84% dei diplomati ITS ha trovato lavoro entro un anno dal diploma e nel 93% dei casi il lavoro è coerente con il percorso di studi seguito”.
TURISMO E NUOVE GENERAZIONI: IMPRESE, SCUOLE E ISTITUZIONI A CONFRONTO

I dati dell’indagine di CST Firenze hanno fornito lo spunto per il dibattito che ha visto a confronto esponenti del mondo della formazione professionale, delle politiche regionali, delle imprese, e della scuola, moderati dal giornalista di T24, Leonardo Testai.
A portare i saluti è stato Leonardo Manetti, presidente Camera di Commercio, che ha fatto gli auguri a CST Firenze per i 50 anni. Manetti ha ricordato come la mancanza di personale nel settore del turismo è ad oggi un problema che deve essere affrontato e per il quale una formazione di qualità è fondamentale.
Ludovico Arte, Dirigente ITT M. Polo di Firenze, ha evidenziato il problema del gap tra l’istruzione data ai giovani dalla scuola e le necessità delle aziende, sottolineando come oggi sia fondamentale lavorare insieme per migliorare la qualità della formazione, partendo dalla conoscenza dei giovani e dalle loro necessità. A questo proposito, Benedetta Albanese, Assessora Formazione Professionale Comune di Firenze, si è detta disponibile a promuovere la nascita di un “tavolo” dove far confrontare giovani, aziende e scuole.
Sonia Nebbiai Presidente Fondazione ITS TAB ha illustrato l’offerta formativa degli ITS e le opportunità che questi offrono ai giovani mentre Ilaria Bigliazzi responsabile risorse umane FH Hotel Group, ha sottolineato come sia importante spiegare ai giovani i cambiamenti nelle professioni legate al turismo e le opportunità offerte dalle nuove figure strategiche e specializzate.
Cristina Giachi, Presidente V Commissione Diritto allo studio e Istruzione del Consiglio Regione Toscana e primo presidente della Fondazione TAB, ha ripercorso la storia della nascita degli ITS e presentato le nuove sfide che il turismo dovrà affrontare, dalla stagionalità alla burocrazia, alla governance dei flussi.
Vincenzo Bianculli di Pluriversum, ha illustrato una panoramica delle diverse generazioni e del rapporto con il mondo del lavoro, con un focus sui NEET, giovani tra i 15 e i 29 anni che non sono né occupati né inseriti in percorsi di studio o formazione, evidenziando come l’unica soluzione sia legata al dialogo per comprendere le loro esigenze. Marco Guastini, dell’Associazione STAF, ha invece presentato il punto di vista delle agenzie formative, spiegando come il potenziamento di percorsi tecnici sia fondamentali, soprattutto per sviluppare le nuove professioni, creando un sistema integrato tra IeFP, IFTS e ITS. Infine Alessandro De Rosa, Responsabile formazione Fondazione PIN Prato, ha concluso portando il punto di vista delle Università dove il numero di iscritti sta crescendo, dopo un periodo di calo.
A chiudere i lavori è stato Aldo Frigeri Direttore Formazione CST.
Al dibattito hanno partecipato anche associazioni, imprenditori e operatori del settore: tra le richieste emerse la necessità di aumentare i percorsi più brevi per l’avviamento al lavoro dei giovani, formando personale come facchini, camerieri e addetti ai piani, il modo di rispondere all’impatto delle nuove tecnologie sul mondo del lavoro e la necessità di migliorare la comunicazione dell’attuale offerta formativa per farla conoscere ai giovani e alle famiglie.



































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