Un fatturato stimato di ben 7,2 milioni di euro solo nel 2014, con 37.000 eventi organizzati che hanno coinvolto 7000 cuochi in tutta Italia: questa la sintesi dei dati del fenomeno del social eating e dell’Home Restaurant e Social Eating contenuti nell’indagine realizzata dal Centro Studi Turistici di Firenze per conto di Confesercenti e presentati al Convegno Nazionale di Fiepet a Cesena dal titolo “Pubblici esercizi a confronto, quale futuro formativo”.
L’indagine campionaria è stata realizzata sulle principali piattaforme a copertura nazionale di eventi di social eating (tra le più famose Gnammo.com, Le Cesarine, Peoplecooks.com, Eatwith.com, Vizeat.com e Kitchenparty.org) e mediante l’osservazione dei numerosi siti proprietario.
Dai dati è emerso che nel 2014 sono stati più di 7000 i cuochi social attivi, con un trend in crescita nel 2015.
“Il cuoco social ha un’eta media di 41 anni. Sono più le donne a intraprendere le attività legate al social eating (56,6%) ma si rivela un discreto interesse anche da parte degli uomini (29,4%) – ha spiegato la dott.ssa Ilaria Nuccio, ricercatrice di CST Firenze che ha Curato l’indagine e presentato i dati a Cesena – In molti casi, tuttavia, gli Home Restaurant vengono gestiti da coppie o da altri soggetti del mondo dell’associazionismo. Il 53,8% dei cuochi è presente su almeno uno dei principali social e il 14,9% svolge attività extra correlate al settore del food”
Il fenomeno appare sviluppato su tutto il territorio nazionale con particolare diffusione in Lombardia (22,4%), Lazio (16,9%) e Piemonte (13,5%).
Milano è la città in cui risiede la maggior parte dei cuochi social pari all’8,4% del totale: è qui che si trova il Ma’ Hidden Kitchen Supper Club, uno dei più noti home restaurant in Italia. A Roma invece si concentra l’8,2% dell’offerta e la realtà di riferimento è Ceneromane.com. Infine Torino con il 5,6% è la terza città social eating in Italia, sede di Gnammo piattaforma che ha contribuito a diffondere il fenomeno in tutto il territorio nazionale.
Le regioni del Sud si caratterizzano in generale per una discreta quantità di proposte, anche se spesso non sono andate a “buon fine”. L’unica eccezione è rappresentata dalla Puglia: Bari e il Salento sono le realtà più attive dell’area.
Dall’analisi è emerso il primato della Lombardia, con una quota di circa 1,9 milioni di euro di fatturato, pari a circa un quarto del fatturato totale. Introiti oltre il milione di euro si registrano anche nel Lazio (1,4 milioni) ed in Piemonte (1,1 mln). Tra le regioni del Mezzogiorno, è sempre la Puglia a conseguire i risultati migliori, con 649.000 euro di fatturato medio annuo.
“Sono oltre 37mila gli eventi social eating realizzati nel 2014, ai quali hanno partecipato circa 300mila persone – ha concluso Ilaria Nuccio – La spesa media stimata è di 23,70 euro pro-capite con un incasso per evento di circa 194 euro. Sulla base dei valori emersi dall’indagine, si stima che l’universo degli home restaurant in Italia abbia generato introiti pari a 7,2 milioni di euro”.