E’ di 500,1 mln di euro il fatturato stimato del destination wedding in Italia nel 2018: è quanto emerge dall’indagine “Destination Weddings in Italy” realizzata da Centro Studi Turistici di Firenze per Convention Bureau Italia e presentata a Roma.
Alla presentazione sono intervenuti Carlotta Ferrari, Presidente, Convention Bureau Italia, Giorgio Palmucci, Presidente di ENIT, Agenzia Nazionale del Turismo e Alessandro Tortelli, Direttore Scientifico, Centro Studi Turistici di Firenze.
I dati dell’aggiornamento DWItaly 2018 stati ricavati dall’analisi di oltre 1.600 tra questionari e interviste telefoniche rivolte ad operatori del settore e wedding planners.
Nel 2018 sono stati 8.791 i matrimoni di stranieri in Italia, un fenomeno che ha generato oltre 436 mila arrivi e oltre 1,5 milioni di presenze, +6,8% e il +7,4% sul 2017.
Il numero medio di invitati ad evento è stato di 49,6 e la spesa di € 56.890, per un fatturato totale stimato in 500,1 mln di euro. Da notare come i festeggiamenti tendano ad interessare sempre più giorni oltre a quello del matrimonio, trasformandosi in un vero e proprio miniviaggio.
Il destination wedding in Italia è caratterizzato da un “matrimonio-tipo” celebrato nel Luxury Hotel, prevalentemente nei mesi estivi (in particolare giugno e settembre) e con rito religioso o simbolico. In aumento anche i cosidetti “same sex wedding”, matrimoni LGBQT: la crescita è stata del +64% rispetto al 2017 e il fenomeno rappresenta ormai il 12% del mercato.
Nel 2018 le coppie straniere sono arrivate in prevalenza da Regno Unito (28,1%), Usa (21,9%), Australia (9,4%), Germania (5,5%) e Canada (4,5%). La regione preferita è ancora la Toscana (30,9%), seguita da Lombardia, Campania, Veneto e Lazio. In forte ascesa negli ultimi anni Puglia e Sicilia.
Il wedding tourism in Italia si caratterizza sempre più come un fenomeno online, sia per gli operatori che per i clienti: se infatti per le strutture intervistate i motori di ricerca (23%) risultano essere il primo canale di acquisizione dei contatti, per gli wedding planner lo sono i social network (24,8%); sul fronte clienti invece cresce l’uso di internet per raccontare il matrimonio con hashtag dedicati sui social e la creazione di mini wedding site.
Il settore però sembra avere bisogno di formazione specializzata: secondo i wedding planner intervistati, infatti, ben il 60,7% ha dichiarato di essere interessato a seguire corsi professionali.
Guarda l’infografica di Destination Weddings in Italy
Positive anche le previsioni del destination wedding in Italia per il 2019: secondo gli operatori intervistati, si attende un’ulteriore crescita della domanda, stimata tra il +5 e il +10%.
L’incremento maggiore è atteso per alcune aree del Sud Italia, come Puglia, Sicilia e Basilicata. Previsto anche un consolidamento dei mercati emergenti in termini di volume d’affari, soprattutto da Emirati Arabi e Estremo oriente.
Per maggiori informazioni sull’indagine Destination Weddings in Italy 2018 è possibile consultare il sito di Convention Bureau Italia o scrivere a info@conventionbureauitalia.com
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