Destination Management: come gestire una destinazione turistica


Come si crea una destinazione turistica e qual è il modo migliore per organizzarla, gestirla e promuoverla: sono state queste le tematiche affrontate da CST Firenze alla Borsa Italian del Turismo Cooperativo e Associato di Prato.

L’appuntamento si è tenuto il 25 novembre al complesso di San Domenico, a Prato.

Nell’ambito del convegno, il Centro Studi Turistici di Firenze è stato chiamato a gestire uno dei tavolo di lavoro, quello dedicato al “Destination Management”, insieme alla dott.ssa Marcella Bondoni, docente e consulente di marketing.

Presenti al tavolo i rappresentanti di numerose cooperative che si occupano di turismo, arrivati da tutta Italia.

L’obiettivo era riflettere sul tema del Destination Management ed elaborare un progetto di destinazione turistica da presentare all’assemblea finale.

Destination Management: DMO e DMC gli strumenti di gestione

Un luogo del quale il mercato ha acquisito consapevolezza e per il quale si è sviluppata una domanda effettiva da parte dell’utenza: è questa la definizione di Destinazione turistica.

Per gestire una tale realtà è necessario sviluppare un processo di guida, influenza e coordinamento di tutti gli aspetti, che contribuiscono all’esperienza di un visitatore, tenendo conto non solo delle sue esigenze ma anche di quelle di residenti locali, imprese e ambiente.

E’ importante non confondere il management con il marketing – ha spiegato Alessandro Tortelli, direttore CST Firenze, introducendo i lavori – Talvolta le destinazioni si concentrano sul marketing quando sono ancora prive degli strumenti per la loro stessa gestione e questo rischia di creare cortocircuiti”.

Un efficace processo di gestione deve quindi partire dall’analisi e dalla strutturazione dei fattori di attrattiva e delle differenti componenti imprenditoriali del sistema locale.

Allo stesso tempo è necessario organizzare questi elementi in una proposta di offerta capace di intercettare la domanda del mercato. Occorre quindi avere una gestione strategica del territorio e promuovere una collaborazione tra i vari protagonisti, a cominciare da uno stretto rapporto tra pubblico e privato.

Come spiegato dalla dott.ssa Bondoni a gestire una destinazione sono la DMO (Destination Management Organization) e la DMC (Destination Management Company).

La prima è un’organizzazione, prevalentemente senza scopo di lucro, che si occupa della strategia di gestione coordinata di tutti gli elementi che costituiscono la destinazione. La seconda, invece, è una società autonoma, di forma variabile, che si occupa della costruzione e commercializzazione di prodotti e servizi turistici.

E’ fondamentale capire la differenza tra queste due realtà: la DMO è la cabina di regia di una destinazione, nella quale vengono elaborati i piani di gestione – ha aggiunto il direttore Tortelli – La DMC invece lavora sui prodotti, coordinando il rapporto con gli operatori e definendo gli indirizzi della promo-commercializzazione”.

Ma quali sono gli elementi fondamentali per una buona DMC?

Secondo la dott.ssa Bondoni dovrebbero essere soprattutto creatività, accoglienza, professionalità e talento.

Il tavolo di lavoro ha analizzato anche i cambiamenti nel settore del turismo dovuti al Covid e le nuove tendenze emerse negli ultimi anni: dalla sempre maggiore importanza dell’outdoor all’affermazione di un turismo più consapevole fino all’importanza data all’accessibilità.

Conoscere le nuove tendenze è importante per chi gestisce una destinazione – ha concluso Tortelli – Temi come ambiente, sostenibilità e nuove tecnologie non possono essere ignorati e devono rientrare nei piani di gestione. Per questo DMO e DMC devono essere sempre al passo con i tempi, aggiornando le proprie competenze e monitorando costantemente l’evoluzione del settore”.


Sai che CST Firenze realizza programmi di marketing turistico per Enti e imprese, pubbliche o private?

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