
Un fatturato di oltre 50 milioni e un indotto di circa 51 milioni di euro e che adesso rischia di scomparire a causa del Covid-19: è quello del turismo linguistico italiano nelle scuole di Asils – Associazione delle scuole di italiano come lingua seconda, secondo i dati elaborati nel 2018 da Centro Studi Turistici di Firenze.
Proprio Asils ha lanciato l’allarme per l’impatto del Covid-19 sul settore, che rischia di essere azzerato.
Dall’inizio della pandemia le 43 scuole aderenti all’associazione hanno registrato un crollo del 99% delle iscrizioni e la situazione non migliorerà nei prossimi mesi: la diffusione del Coronavirus ha infatti minato alle basi gli stessi presupposi del turismo linguistico italiano, cioè la mobilità delle persone e la loro possibilità di riunirsi in gruppo.
“Le preoccupazioni per la ripresa del nostro settore sono tante. Primo fra tutte l’inizio della fase 2, che per noi non comincerà verosimilmente prima della primavera-estate 2021 – dichiara il Presidente di Asils, Wolfango Poggi – La chiusura delle frontiere, l’aumento del prezzo dei voli aerei, l’obbligo di quarantena, le diverse modalità di contenimento della pandemia nei vari paesi esteri e la psicosi da contagio lasceranno deserte le nostre aule per lungo tempo”.

Inoltre il mantenimento del distanziamento sociale, rivoluzionerà pesantemente anche il modo di lavorare delle scuole di lingua, che prevedeva lo svolgimento in gruppo della maggior parte delle attività.
“Se fossimo scuole tradizionali, potremmo convertire l’attività in formazione a distanza – prosegue Wolfango Poggi – ma noi siamo operatori del turismo culturale e ospitiamo ogni anno più di 27.000 persone provenienti da ogni parte del mondo. I nostri clienti vogliono imparare la lingua italiana, ma soprattutto conoscere la ricchezza culturale ed enogastronomica del nostro Paese. Se i nostri studenti non possono venire in Italia per una vacanza studio viene meno la loro motivazione ad iscriversi nelle nostre scuole, in quanto in ogni paese del mondo si trovano scuole di lingue che possono offrire corsi di lingua italiana anche a prezzi molto più competitivi”.
La crisi innescata dal Covid-19 nel settore del turismo linguistico italiano mette a rischio quasi 1000 posti di lavoro con conseguenze pesanti anche sull’indotto (servizi di alloggio e ristorazione, musei, laboratori artigianali, trasporti) e sull’attività di promozione del Paese all’estero effettuato dalle scuole ASILS.
“I nostri centri pur non beneficiando di alcuna sovvenzione pubblica, ogni anno investono quasi 2,500 milioni di euro in marketing. Le nostre attività promozionali sono focalizzate sulla valorizzazione delle destinazioni in cui hanno sede le nostre scuole – conclude Wolfango Poggi, presidente di Asils – Si tratta di un lavoro intenso che prevede lo sviluppo di una rete di agenzie estere specializzate in questo segmento di mercato, la partecipazione a fiere internazionali e viaggi di promozione, l’invio di brochure e depliant in tutto il mondo, l’offerta di borse di studio, il potenziamento dei nostri siti internet e la creazione continua di contenuti per i social media. Temo che se il nostro settore non sarà sostenuto al pari di altri comparti del settore turistico cesserà di esistere”.

“I risultati delle indagini che annualmente CST Firenze realizza mostrano come i centri ASILS abbiano progressivamente rafforzato il proprio ruolo sia come ambasciatori della cultura italiana sia come promotori della lingua e del variegato patrimonio materiale e immateriale italiano – conclude Gianfranco Lorenzo, responsabile del settore ricerca di CST Firenze – L’insieme di questi Istituti, oltre a dare un apprezzabile contributo ai sistemi economici territoriali nei quali si trovano, divulgano tra le loro comunità estere un modo di vivere, di produrre e di lavorare del Paese Italia“.
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Bellissimo articolo, lo condivido in ogni parola. Solo una precisazione: a mio avviso i posti di lavoro in gioco sono molti di più se oltre agli insegnanti che lavorano tutto l’anno nelle scuole, prendiamo in considerazione anche altri insegnati che sono assunti solamente durante la stagione turistica. Come me ad esempio.
Salve Martina,
grazie per il tuo commento.
Hai ragione, il numero per l’intero settore è sicuramente più alto:
considera infatti che l’analisi in questo caso prende in considerazione solo i dati relativi alle scuole aderenti ad Asils.