Coronavirus: previsioni per il turismo nel 2020 in Europa e Italia 2


Oltre 100 mln di posti di lavoro persi nel mondo nel 2020 a causa dell’emergenza Coronavirus: è la stima 2020 di WTTC a fine aprile per il settore del turismo, un dato in crescita del 30% rispetto a 4 settimane fa. In aumento anche la stima di perdita del PIL mondiale quantificata in 2,7 trilioni di dollari (erano 2,1 il mese scorso).

In Europa la perdita di posti di lavoro stimata nel settore è di circa 13 mln, per una diminuzione del PIL di 708,5 miliardi.

Il perdurare delle misure di contenimento sta aggravando le previsioni per il turismo nel 2020 e allungando i tempi necessari per recuperare. Secondo il report del World Tourism Organization, a fine aprile il 100% delle destinazioni ha chiuso i propri confini ai turisti internazionali.

Coronavirus e Europa: -40% di arrivi internazionali nel 2020

previsioni per il turismo 2020 in europa

La previsioni di Tourism Economics per il turismo nel 2020, al momento, stimano per l’Europa un calo complessivo di arrivi internazionali di circa il 40%, pari a circa 289 mln di turisti in meno.

Secondo ForwardKeys, però, già al 19 aprile si registra un calo del 50,2% di arrivi internazionali in Europa: l’area più colpita è quella dell’Europa meridionale (-52,5%).

Per quanto riguarda le prenotazioni di voli, ad aprile l’Europa ha registrato un calo di almeno il 75%, mentre le previsioni per i mesi estivi parlano di un -64% di arrivi internazionali a lungo raggio per l’Italia.

Guarda il webinar di UNWTO.

Coronavirus e Italia: 3 anni per tornare ai dati del 2019

previsioni per il turismo 2020 in italia

Secondo gli scenari tracciati da Tourism Economics e riportati nel bollettino ENIT di aprile, le previsioni per il turismo nel 2020 in Italia parlano di un calo di arrivi internazionali stimato tra -43% e -72%.

Impatti maggiori interesseranno i mercati a lungo raggio (dal -50% al -79%), seguiti dal medio raggio (paesi emergenti europei dal -44% al -70%) e dal trasporto a corto raggio (Europa occidentale dal -39% al – 69%. Il recupero degli arrivi internazionali ai livelli del 2019 è previsto a cominciare dal 2023.

Anche sul mercato interno si prevedono impatti negativi sui viaggi nazionali, stimati in calo tra -26% e -45% rispetto al 2019. Il recupero ai livelli del 2019 è previsto, a seconda delle previsioni, tra il 2022 e il 2023.

Scenari di ripresa: turismo domestico e di prossimità

Le differenti misure adottate dai vari paesi e le restrizioni ai viaggi all’estero, avvalorano l’ipotesi che il primo settore a ripartire sarà quello del turismo interno.

Secondo Tourism Economics se è vero che il turismo interno cresce di norma più lentamente di quello internazionale, è vero anche che questo tende a diminuire meno durante le crisi, come dimostrato anche nella crisi finanziaria del 2009.

Secondo le previsioni ETC – European Travel Commission, però, nel 2020 l’Italia rischia di essere il paese più colpito anche dal calo del turismo domestico (-28%), rispetto al -24% stimato a livello europeo.

Abbiamo davanti mesi difficili che si sommeranno a quelli già pesanti di marzo e aprile – commenta Alessandro Tortelli, direttore di CST Firenze – La ripresa sarà lenta e per niente facile: ci sarà bisogno di un notevole sostegno pubblico alle imprese del settore, per compensare le perdite. Dall’altra parte però è fondamentale iniziare a pianificare la ripartenza per farsi trovare pronti: per questo, in Toscana abbiamo già cominciato a lavorare negli ambiti turistici con i quali collaboriamo, per impostare strategie diversificate che mettano insieme pubblico e privato”.


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2 commenti su “Coronavirus: previsioni per il turismo nel 2020 in Europa e Italia

  • claudio moretti

    Buon giorno, in riferimento a tutti questi dati “tragici” come albergatore sono molto molto avvilito per tutta questa situazione sanitaria che sta flagellando il MONDO, ma una ripartenza del Turismo la vedo molto ma molto difficile in tempi brevi. I nostri alberghi (parlo della nostra costa Romagnola) non riusciranno certamente ad approntare tutte le regolamentazioni previste da OMS per la riapertura, ed essere alla stessa situazione di QUASI UN PRE-TRIAGE Hospital. Noi avevamo il 70/90 % di clientela che arrivava dalle zone più martoriate dal Virus come Lombardia ,Piemonte, Veneto e Emilia Romagna come si può pensare che in queste località abbiano desiderio di Vacanza con tutti i lutti successi, la mancanza di lavoro, mancanza di sussidi e altro. NON ERA MEGLIO DICHIARARE LO STATO DI CRISI PER IL TURISMO E RIPARTIRE DAL PROSSIMO ANNO 2021 ???? In questo modo avremo alberghi “se va bene” con una percentuale di clientela che non arriverà al 10/20 % con tutte le spese di riferimento “bollette ,personale (anche se ridotto), contributi, impegni bancari “anche se rinviati, si spera) + tutto il necessario sanitario, e con molte chiusure definitive e bancarotte e fallimenti. Scusate questa mia sensazione ma la vedo non troppo bene, vorrei essere un po’ ottimistico ma faccio fatica a convincermi. Cordiali saluti Claudio

    • CST

      Salve Claudio,
      ci scusiamo per il ritardo nella risposta ma non avevamo ricevuto notifica di questo commento.
      Capiamo benissimo la situazione e lo sconforto che genera.
      Purtroppo quello che si è abbattuto sul turismo è un vero e proprio tsunami e i prossimi mesi si preannunciano affatto facili.
      Non sta a noi entrare nel merito delle scelte politiche, il nostro compito è quello di rilevare dati più attendibili possibile
      (in questo caso ci siamo limitati a riportare le fonti più autorevoli in merito).
      Le decisioni spettano ad altri ma il quadro che si delinea non è facile per nessuno, anche perchè del tutto inedito.