
Il commercio di prossimità può rappresentare uno degli elementi chiave per lo sviluppo del turismo sostenibile in Italia: è quanto emerso a BTO 2025, nel panel “Cross Travel, imprese e territori” dedicato a commercio e turismo.
L’incontro si è tenuto nella prima giornata dell’edizione 2025 di BTO, la manifestazione dedicata al travel che si è svolta alla Stazione Leopolda di Firenze l’11 e 12 novembre.
A confrontarsi, con la moderazione della giornalista Chiara Valentini, sono stati Nico Gronchi, presidente di Confesercenti, Vittorio Messina presidente di Assoturismo e Alessandro Tortelli, direttore di CST Firenze.
E’ stato proprio il direttore di CST Firenze, Tortelli, ad aprire il panel e a fornire il quadro per analizzare il rapporto tra commercio di prossimità e turismo.
Commercio e turismo: valore di 327,8 miliardi di dollari entro il 2027

Come illustrato dal direttore Tortelli, l’81% dei turisti privilegia prodotti locali e sostenibili (UNWTO) mentre nei centri con un commercio di prossimità sviluppato la spesa media turistica aumenta del 12% (dati Confesercenti). Il 40% dei visitatori inoltre considera lo shopping locale parte integrante dell’esperienza culturale (ISNART, 2024).
Se nel 2024 circa 2,1 milioni di turisti hanno scelto l’Italia con la motivazione principale dello shopping (+7% vs 2019), in media circa il 18% della spesa di un turista straniero è destinata a questa attività (ENIT / Banca d’Itali) mentre la spesa pro-capite si aggira sui 100 € al giorno.
Ad oggi in Italia il contributo diretto al PIL è stimato in 2,94 miliardi di dollari (Shopping Tourism Italian Monitor, Risposte Turismo) mentre, a livello globale, il turismo dello shopping dovrebbe raggiungere 327,8 miliardi di dollari entro il 2027.
Tortelli ha spiegato anche come lo shopping non è più solo acquisto ma è diventata esperienza.

Il gelato artigianale, ad esempio, è un rituale turistico consolidato: si stima che nel 2024 circa 1,5 milioni di turisti abbiano acquistato una visita in gelateria per vedere il processo produttivo e degustare varianti locali.
L’artigianato, pilastro dell’autenticità italiana, vede l’8,1% dei viaggi includere visite a laboratori e 210.000 imprese artigiane (16,7% del totale) sono interessate dalla domanda turistica. In regioni come la Sicilia il peso dell’artigianato nelle imprese turistico-vocazionali supera il 22%.
Un ruolo particolare rivestono i mercati tradizionali. A livello globale il 40% del flusso turistico internazionale è orientato verso il turismo culturale e i mercati storici ne sono una tappa naturale.
Tra gli esempi, i Mercati Centrali di Firenze, Roma e Torino che combinano vendita, degustazione e cultura e “Le mani di Venezia”. All’estero, invece Time Out Market (Lisbona), Borough Market (Londra) e Marché des Enfants Rouges (Parigi) sono esempi di come mercati e cibo possano essere motori di turismo sostenibile.
Commercio e turismo: servono governance centrale, investimenti e formazione

Le potenzialità del commercio di prossimità sono enormi ma come spiegato dal presidente di Confesercenti, Nico Gronchi, in questi anni non tutti sono riusciti a cogliere l’opportunità.
“La differenza negli ultimi 15 anni l’hanno fatta i turisti che hanno stimolato l’offerta. Non sempre però siamo stati capaci di adattarci – ha spiegato Gronchi – Mettere insieme esperienze del turismo, del commercio, dei servizi e dell’artigianato, farà la differenza e consentirà di far vivere anche i centri urbani”.
A questo proposito Confesercenti ha chiesto al Governo di stanziare un fondo per il commercio e turismo sulla rigenerazione urbana, utilizzando lo 0,5% delle entrate derivate dalla tasse delle web company.
“Occorrono politiche sul turismo chiare, capaci di anticipare cambiamenti – ha concluso Gronchi – Serve une regia condivisa tra Stato e Regioni per la gestione del turismo e servono soprattutto investimenti ad hoc”.

A concordare è stato anche il presidente di Assoturimo Vittorio Messina, che ha ricordato l’importanza del tema della formazione nel settore del turismo.
“Il turismo ha assistito a grandi cambiamenti in questi anni – ha dichiarato Messina – Per adeguarsi il personale deve essere formato adeguatamente. E’ un percorso sul quale stiamo lavorando”.
Commercio e turismo: come governare il settore

Come emerso nel panel di BTO, il commercio locale può essere un driver importante non solo nello sviluppo del turismo nei centri urbani ma anche per la sostenibilità, a patto che sia governato.
Tra le azioni suggerite:
- Integrare commercio, turismo e artigianato nei piani di sviluppo urbano, considerandoli driver economici misurabili.
- Valorizzare i mercati storici e le botteghe come contenitori di esperienza (eventi serali, food tour, laboratori).
- Promuovere storytelling dei produttori, visite guidate e percorsi tematici che aumentino la permanenza e la spesa media.
- Favorire reti (cantine, botteghe, mercati) e vetrine coordinate per aumentare la capacità d’offerta senza banalizzare l’autenticità.
- Monitorare spesa turistica, ricadute sul tessuto produttivo e qualità dell’esperienza per evitare forme di sovra-commercializzazione.
“Il commercio locale alimenta un turismo più sostenibile quando mantiene la propria autenticità e coinvolge la comunità – conclude il direttore Alessandro Tortelli – Per gli operatori e i policy maker, la sfida è trasformare visite occasionali in relazioni durature tra turista e territorio non solo aumentando la spesa, ma facendo sì che quella spesa rimanga e moltiplichi valore. In questo è necessario il supporto delle Istituzioni e delle associazioni di categoria”.
La videoregistrazione del panel “Cross Travel, imprese e territori” sarà disponibile sul sito di BTO nelle prossime settimane.
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